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13 gennaio 2011

IL CAMMINO DI VITA (il calesse – i cavalli – il cocchiere – il passeggero)

 Il Cammino di Vita è una sorta di filo conduttore che ciascun essere umano segue nel corso della sua esistenza.
Avanziamo lungo questo percorso utilizzando un veicolo particolare che è il nostro corpo fisico.
Gli orientali usano un immagine molto semplice:
“Noi siamo come un calesse, che rapprsenta il nostro corpo fisico, che circola su un sentiero che simboleggia la vita ed il nostro cammino.
Il sentiero su cui avanza il calesse è una strada sterrata, la quale presenta delle buche, gibbiosità, sassi, solchi e fossi da ogni lato.
I solchi sono gli schemi già esistenti che prendiamo da altri e che riproduciamo. Le fosse più o meno profonde rappresentano le regole, I limiti da non superare se non si vuole incorrere in un incidente.
Questo cammino comporta talvolta delle curve che impediscono di vedere, oppure attraversa zone di foschia o di temporale.
Sono tutte fasi della nostra vita nelle quali abbiamo difficoltà a vedere chiaro o a poter anticipare alcunchè perchè non possiamo vedere davanti a noi.
Questo Calesse è trainato da due cavalli, uno bianco (Yin) a sinistra ed uno nero (Yang) a destra, che simboleggiano le emozioni, che evidenziano fino a che punto siano essi a tirarci.
Il Calesse è guidato da un Cocchiere che rappresenta la nostra mente, il nostro conscio.
Esso è dotato da quattro ruote, due anteriori (braccia) che danno la direzione dal Cocchiere ai cavalli, e due posteriori (gambe) che portano e trasportano il carico.
All'interno del Calesse c'è un passeggero che non si vede, (la nostra Guida Interiore – il nostro non conscio).
Il nostro Calesse personale avanza sul cammino della vita, guidato in apparenza dal Cocchiere.
Dalla qualità della sua vigilanza e dalla sua condotta dipenderà la qualità e la comodità del viaggio (esistenza).
Se egli maltratta I cavalli(emozioni) e li maltratta questi ad un certo punto si innervosiranno e rischieranno di provocare un incidente, come le nostre emozioni che avvolte ci portano ad atti irragionevoli, se non addirittura pericolosi. Se il conducente è troppo rilassato, se manca di vigilanza, il tiro passerà nei solchi (imitazione degli schemi parentali, per esempio) e noi seguiremo quindi le tracce di altri, correndo il rischio per esempio di andare a finire nel fossato come loro, se l'hanno fatto.
Allo stesso modo, se il Cocchiere non è vigile, non saprà nemmeno evitare le buche, le gibbosità (colpi, errori della vita) e il viaggio sarà molto disagevole per il Calesse, il Cocchiere stesso e il Maestro o Guida Inferiore.
Se il cocchiere si addormenta o non tiene le redini, saranno i cavalli (emozioni) a condurre il Calesse. Se il cavallo nero è il più forte (perché l'abbiamo meglio nutrito), il Calesse tenderà a dirigersi verso la destra e ad essere guidato dalle immagini emotive materne. Se è il cavallo bianco quello di cui ci occupiamo maggiormente e che ci domina, il Calesse si dirigerà verso sinistra, verso le rappresentazioni emotive paterne. Quando il Cocchiere sprona i cavalli a correre velocemente, li forza proprio come facciamo noi in alcune circostanze; se i cavalli si imbizzarriscono, sarà il fossato ad arrestare più o meno violentemente tutto il tiro con più o meno danni (incidenti e traumi).
Talvolta una ruota o un pezzo del Calesse si allenta (malattia), sia perchè era poco resistente, sia perché il Calesse è passato sopra troppe gibbosità e buche (accumulo di comportamenti, di atteggiamenti inadeguati). Pertanto, bisognerà correre ai ripari e, a seconda della gravità del danno, potremo farlo noi stessi (riposo, cicatrizzazione), dovremo ricorrere ad un meccanico (medicina dolce, naturale) o, se è più grave, a qualcuno che vi ponga rimedio (medicina moderna).
Tuttavia, sarà senza alcun dubbio importante per noi non accontentarci di sostituire il pezzo. Al contrario, sarà importante riflettere sulla condotta del Cocchiere e sul modo in cui potremo mutare i nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti nella vita, se non vogliamo che «il guasto» si ripresenti.
Qualche volta il Calesse attraversa zone di scarsa visibilità, vale a dire che non vediamo veramente dove ci stiamo dirigendo. Può trattarsi di una semplice svolta. Possiamo vederla e prepararci al suo arrivo anticipandola. Dovremo allora rallentare, individuare in quale direzione svolta il sentiero e seguire la curva tenendo con forza le redini (dominare, per esempio, le nostre emozioni durante le fasi di cambiamento volute o subite). Quando vi è foschia o temporali, ci risulta più difficile guidare il nostro Calesse.
Dobbiamo «navigare a vista», rallentando il passo e basandoci sui bordi immediatamente visibili del sentiero. In questa fase dobbiamo avere una fiducia totale, per non dire «cieca» nel cammino di vita (leggi naturali, regole della Tradizione, Fede, eccetera) e nel Maestro o Guida Inferiore (Non-Conscio) che ha scelto tale cammino. Sono quelle fasi della vita nelle quali ci sentiamo persi, «nella nebbia più totale» e in cui non sappiamo più dove stiamo andando. In tali circostanze non possiamo far altro che lasciare che la vita stessa ci mostri la strada da seguire.
Talvolta, infine, giungiamo ad incroci, biforcazioni. Se il sentiero non è munito di segnali, non sappiamo quale direzione prendere. Il Cocchiere (la mente, l'intelletto) può prendere una direzione a caso. Il rischio di sbagliarsi, addirittura di perdersi, è grande. Quanto più il Cocchiere è sicuro di sé, persuaso di sapere e padroneggiare tutto, quanto più vuole e crede di sapere quale direzione scegliere, tanto più il rischio sarà grande. Qui siamo nel regno della «tecnocrazia razionalista», dove la ragione e l'intelletto credono di poter risolvere tutto. Se invece è umile e onesto con se stesso, egli chiederà consiglio al passeggero (Maestro o Guida Inferiore). Quest'ultimo sa dove sta andando, conosce la destinazione finale. Potrà quindi indicarla al Cocchiere, che la imboccherà, se sarà stato capace di udire la risposta. Infatti, qualche volta il Calesse, se non spesso, fa molto rumore procedendo ed è necessario arrestarsi per poter dialogare con il Maestro o Guida Inferiore. Sono le pause, le ritirate che talvolta facciamo per ritrovare noi stessi, poiché ci può capitare di perderci”.
Si tratta di un immagine semplice, ma che descrive al meglio il Cammino di Vita.

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