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24 maggio 2010

Sacred Science Master Disolves Tumor Curing Cancer with Chi Lel Chi Kung...

17 maggio 2010

IL QIGONG: COME AGISCE, A COSA SERVE

Il qigong può essere praticato per consolidare la salute e prevenire le malattie e, pertanto, si inserisce nel ricco filone delle “pratiche di lunga vita”.
Ma può anche essere utilizzato per trattare svariate condizioni patologiche, che vanno dalla fragilità costituzionale alle malattie tumorali; questo secondo tipo di applicazione ne fa una pratica medica, sia sotto forma di autoterapia che di trattamento erogato dal maestro di qigong, capace di emettere la sua energia per trattare la patologia dell’allievo/paziente.

Come agisce il qigong

1. Regolazione dello yin e dello yang
Nei libri di medicina si legge: “Se lo yin prende il sopravvento, lo yang deperisce; se lo yang prevale, lo yin deperisce; se prevale lo yang ci sono sintomi di calore, se prevale lo yin ci sono sintomi di freddo”.
Questa frase, così ricca di significato e di implicazioni sul piano della fisiologia, della diagnostica e della terapia, rappresenta in modo sintetico ed efficace il nucleo della medicina cinese. Senza addentrarci in sottili spiegazioni di questi principi fondamentali, ci limiteremo a dire che l’equilibrio dinamico delle due polarità yin / yang è la condizione necessaria al corretto svolgimento di ogni attività vitale; tutto ciò che altera e disturba questa relazione è causa di malattia.
Al qigong viene attribuita un’azione armonizzante rispetto allo yin e allo yang e, proprio in virtù di questo, diventa strumento di conservazione e recupero della salute.
La funzione equilibratrice avviene mediante un doppio controllo che consiste nel reprimere o disperdere ciò che è in eccesso e sostenere ciò che è debole.

2. Attivazione della circolazione nei meridiani
Se il sistema dei meridiani principali e secondari è fisiologicamente efficiente, viene garantita la libera circolazione dell’energia e del sangue. La medicina cinese considera l’organismo nel suo insieme, unione di corpo e di mente; ogni parte del Corpo, anche la più remota, è collegata da un punto di vista anatomo-funzionale con il resto, grazie alla rete di collegamento costituita dal sistema dei meridiani. Il qigong interviene su questo sistema, muove l’energia e l’aiuta a circolare dappertutto. Così energia e sangue possono raggiungere ogni tessuto; vi apportano nutrimento, garantiscono i meccanismi di termoregolazione e di difesa; inoltre, gli organi interni possono funzionare in modo efficiente e in armonia tra loro.
Quando gli esercizi arrivano ad un certo grado di perfezione, avvengono mutamenti nella circolazione di energia e sangue. Il sangue si ridistribuisce, i capillari si dilatano, migliora la microcircolazione con aumento della temperatura locale. Tutto questo si traduce nella sensazione soggettiva di benessere, leggerezza, vigore.
Il blocco della circolazione nei meridiani, d’ altra parte, si manifesta con sintomi di ristagno dell’energia e del sangue (come il dolore), disarmonia tra gli organi interni che mancano di comunicazione, disturbi della nutrizione degli organi e dei tessuti (astenia fisica e psichica, spasmi muscolari, pallore, vertigini) e indebolimento delle difese organiche.
Per sintetizzare, possiamo dire che favorire la circolazione nei meridiani è al tempo stesso lo scopo e il metodo del qigong. È scopo, perché questa è la condizione necessaria per garantire la distribuzione dell’energia vitale in tutto il corpo. E metodo perché corpo, respiro e mente vengono allenati a condurre l’energia nel modo più appropriato per impedire blocchi e ristagni, a loro volta causa di disarmonia tra lo yin e lo yang.
È, infìne, importante osservare che agopuntura, massaggio, rimedi medicinali sono interventi terapeutici che si avvalgono di forze esterne, per riequilibrare qualità e quantità dell’energia del corpo e farla circolare in modo appropriato.
Il qigong, invece, agisce come forza interna al corpo, autogestita dall’individuo stesso, che ha soltanto bisogno di apprendere come curarsi e di eseguire regolarmente gli esercizi per ritrovare o conservare la salute. Il qigong è considerato, come si è già detto, uno strumento di autoregolazione dei meccanismi interni di difesa e di adattamento all’ambiente.
È per questo uno strumento di grandissima importanza, soprattutto nel trattamento delle malattie croniche.

Che cosa cura il qigong

Da un punto di vista terapeutico, le malattie che traggono vantaggio dalla pratica di questa disciplina sono molteplici.
- Malattie dell’apparato digerente: gastrite, ulcera gastrica e duodenale, gastroptosi, stipsi cronica, tubercolosi intestinale, disturbi dispeptici, epatite cronica, cirrosi.
- Malattie del sistema cardiocircolatorio: arteriosclerosi, insufficienza coronarica, angina pectoris, ipertensione, ipotensione essenziale, morbo di Raynaud.
- Malattie del sistema nervoso: neurastenia, isteria, neurosi cardiaca, polineuriti, distrofia muscolare progressiva, sequela di apoplessia, arteriosclerosi cerebrale, emicrania.
- Malattie del sistema respiratorio: tubercolosi polmonare, bronchite cronica, asma bronchiale, enfisema, rinite allergiche.
- Malattie dell’apparato urogenitale: cistite e nefrite cronica, prostatite, impotenza e spermatorrea.
- Malattie del sistema endocrino: ipertiroidismo e diabete.
- Malattie ginecologiche: metrite, menorragia, dismenorrea, amenorrea, prolasso uterino, tossiemia gravidica.
- Malattie degli organi di senso: glaucoma, atrofia ottica, miopia, lesioni del nervo acustico, sindrome di Menière.
- Malattie cancerogene.

04 maggio 2010

Il Maestro ed il percorso personale..

(Riflessioni) di Gaetano C.
Un buon maestro è colui che guida l'allievo, lo sprona nel suo lavoro di comprensione, lo spinge oltre i suoi limiti, egli cerca di aprirgli la mente non di renderlo un adepto, un devoto.


Deve solo mostrarti la strada è sta all'allievo percorrerla, perchè un conto è conoscere la strada ed un conto è intrapenderla. Un buon allievo deve avere rispetto, amore e devozione verso il suo maestro e non renderlo un idolo, bisogna camminare con le proprie gambe, non dimenticare che il primo passaggio è di affidarsi con intelligenza e coscienza, sotto la migliore influenza possibile, ma nel passaggio successivo non ci sono intermediari o "guru", ma scuole in cui ognuno può diventare maestro di se stesso, in cui viene insegnato a camminare con le proprie gambe.

E' da stolti pensare che la nostra illuminazione sia realmente nelle mani di qualcosa che si produce automaticamente praticando precisi movimenti o tecniche, o che qualcuno un giorno ci toccherà sulla testa e saremo liberi.

Il percorso non è semplice per ottenerlo bisogna:



SAPERE, VOLERE, OSARE, AGIRE, TACERE, PRATICARE



SAPERE vuol dire conoscere, studiare. "La verità vi renderà liberi", tutto ciò non è dato "solo" dai libri o dagli insegnamenti verbali di "maestri", ma dalla conoscenza di se stessi.

VOLERE è volontà, è il motto degli audaci. Volere è convinzione, è pensiero condensato, è pensiero attivo, Volere è potere, Volere è il potere di sapere ciò che si vuole e farlo.

OSARE vuol dire CORAGGIO; vuole dire che é arrivato il momento di non pensarci troppo e buttarsi, é arrivato il momento di dare retta a ciò che sappiamo, è il momento di sgombrare la mente e fare il salto, andare oltre le proprie possibilità.

AGIRE vuol dire volontà in azione, vuole dire azione. Bisogna avere sempre un piano e poi agire. Ciò che é meccanico si batte solo con metodo, ma deve essere battuto; quindi agire, facendo in modo che la tecnica non sia più meccanica.

TACERE questo é la parola della saggezza. Il vero Maestro tace. Il tacere ci permette di passare inosservati, e noi, per il momento, é questo che dobbiamo fare, tacere significa anche non ascoltare il nostro "ego" il nostro "dialogo interno", perchè in silenzio riesci ad ascoltare meglio.

PRATICARE vuol dire praticare, praticare e praticare.

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