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13 luglio 2012

La Guarigione è dei Pazienti

La Guarigione è dei Pazienti

Descrizione del libro
Come si può gestire al meglio il dolore fisico ed emotivo? Quali sono le cause profonde del mal di schiena, dell'apatia e di numerose altre sintomatologie? Perché rispettare i tempi naturali del corpo è la strategia migliore per tornare in salute?
Secondo Maria Gabriella Bardelli le risposte a queste domande non sono da ricercarsi nella medicina ufficiale. Questa, infatti, si concentra quasi sempre solo sui sintomi che affliggono l'organismo, intervenendo con farmaci per calmare il dolore o per eliminare l'agente causale.
L'approccio proposto dall'autrice, invece, focalizza la sua attenzione sulla parte inconscia, sui sentimenti, sulla realizzazione personale, e agisce sulla sfera emotiva, aiutando il soggetto a liberarsi dalle emozioni che provocano lo stato di malessere e che danno origine a disturbi.
L'autrice, che ha sofferto per anni di una forma acuta di emicrania, basandosi sulla sua esperienza personale racconta come è stato importante, per la sua guarigione e in generale per la sua vita, scoprire la stretta correlazione tra la psiche e il corpo alla base della Nuova Medicina del dottor Hamer e la tecnica dell'«ascolto profondo» propria della Metamedicina di Claudia Rainville.
Con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, La guarigione è dei pazienti insegnerà al lettore ad «ascoltare» i sintomi fisici e i disagi emotivi e a porvi rimedio, e lo stimolerà a riflettere sul significato ultimo della malattia e della sofferenza, sui condizionamenti della nostra società e sul potere liberatorio procurato dalla piena consapevolezza di sé.


prefazione di Claudia Rainville


Che bella idea questo libro che mette a confronto la Nuova Medicina Germanica e la Metamedicina.
Mi hanno chiesto spesso quale fosse la differenza tra le due discipline. 
Ho scoperto l'esistenza dei lavori del dottor Ryke Geerd Hamer dopo l'uscita del mio libro Metamedicina. Ogni sintomo è un messaggio. La guarigione a portata di mano nel 1995. Alcuni miei lettori mi parlavano delle similitudini che vedevano tra i nostri rispettivi lavori.  Tuttavia ho preso conoscenza delle opere del dottor Hamer soltanto qualche anno dopo.
Fui sorpresa nello scoprire che avevamo iniziato le nostre ricerche all'incirca negli stessi anni. Lui nel 1980 in seguito a un carcinoma a un testicolo, che lo portò a pensare che il cancro avesse un legame con il grave choc emozionale vissuto a causa della morte di suo figlio, avvenuta qualche anno prima. Io nel 1983 dopo un tentativo di suicidio, in seguito al quale capii che la morte non è la soluzione alla sofferenza. Proprio per cercare di comprendere le ragioni della sofferenza ho iniziato a sviluppare la Metamedicina. Il dottor Hamer  condusse le proprie ricerche sul rapporto tra lo psichismo, il cervello e gli organi per scoprire quelli che chiamò focolai di Hamer, ovvero una configurazione a forma di bersaglio a livello del cervello e di determinati organi.
Io mi interessai innanzitutto al sistema limbico del cervello mammaliano per scoprire l'esistenza della memoria emozionale, che mi portò a scrivere il seminario Liberazione della Memoria Emozionale, per poi proseguire le mie ricerche sulle manifestazioni (malesseri e malattie) e i sentimenti e le emozioni che hanno dato origine alle prime. Il dottor Hamer sviluppò il suo approccio da un punto di vista maschile, ovvero: identificazione del conflitto e ricerca della soluzione più appropriata. 
Io, invece, sviluppai la Metamedicina in maniera femminile, cercando piuttosto il sentimento provato che ha dato origine alle emozioni, le quali a loro volta hanno creato una disfunzione in un'area specifica dell'organismo della persona colpita. Aiutando la persona a trasformare il sentimento in causa, si ottiene l'effetto di liberare il carico emozionale e, quindi, di mettere fine alla disfunzione nell'organismo, permettendo così al corpo di avviare la guarigione. 
In quanto all'autrice Maria Gabriella Bardelli, ho fatto la sua conoscenza nella primavera del 2004. Io partecipavo a un importante congresso a Milano. Senza sapere bene perché, avevo iniziato il mio discorso in questo modo: «So che avevo un appuntamento qui oggi perché migliaia di anni fa...». Facevo un gioco di parole tra il nome «Milano» e «mille anni» (Milan e mille ans in francese). Nel pomeriggio offrivo un workshop quando Maria Gabriella mi fece delle domande a proposito delle sue emicranie ricorrenti. La aiutai a comprenderne la causa e a risolverla andando proprio a scandagliare i sentimenti che aveva provato e che avevano originato il disturbo. Alla fine del workshop venne verso di me e mi disse: «Non so con chi tu avessi appuntamento, ma so che io avevo un appuntamento
con te». Così seguì la mia formazione per anni. Divenne la mia prima consulente animatrice di Metamedicina in Italia. E oggi, grazie a questo libro, mette in pratica la fede nell'unità delle discipline che ho sempre insegnato.
Possa questo libro portare una migliore comprensione della complementarità della Nuova medicina germanica e della Metamedicina. Con tutta la mia riconoscenza a Maria Gabriella Bardelli per questo libro.
Claudia Rainville
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