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25 novembre 2011

LA NUOVA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA PARTE DAL QI GONG

LA NUOVA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA PARTE DAL QI GONG

di Giulia Boschi
pubblicato su: iomeitalia   il 01/01/2010

A Pechino correva la primavera del 1986 quando sulla prima pagina di un quotidiano ad alta diffusione, l'illustre scienziato Qian Xuesen pubblicò un articolo intitolato "Pensando ad una nuova rivoluzione scientifica a partire dal Qigong ". La sua autorevole voce salutava la fondazione della "Società per la Ricerca Scientifica sul Qigong " e un fermento di nuove idee tra i luminari cinesi di formazione occidentale che, sino a quel momento, avevano condiviso il freddo disprezzo dei loro colleghi stranieri per l'extrasensoriale e lo straordinario. Questo nuovo atteggiamento fu determinato dai risultati di più di dieci anni di verifiche sperimentali, sia in istituti di cura che in laboratori specializzati: essi non avevano solo confermato le enormi possibilità che il Qigong poteva aprire con la sua applicazione nel contesto della salute ma avevano anche fornito - per la prima volta - la prova della possibilità, per i praticanti più esperti, di emettere volontariamente una sorta di fluido, del quale è stato possibile accertare in parte la natura fisica. Attraverso di esso l' esperto è in grado di intervenire attivamente sul mondo esterno - e su altri organismi umani - provocando effetti deliberati.

Molti elementi distinguono l'emissione volontaria di Qi (Waiqi) dalla cosiddetta 'pranoterapia'. In primo luogo, secondo i Cinesi, la capacità di manipolare la bioenergia non è, se non in rarissimi casi, un dono di natura: si tratta piuttosto di una padronanza, che deriva da una tecnica ben precisa, acquisibile da chiunque a patto di esercitarsi regolarmente. In secondo luogo, i maestri di Qigong sono in grado di produrre effetti diametralmente opposti (alternandoli anche ad ogni minuto) in accordo alla loro volontà. Ciò li mette in grado di conformarsi, nell'applicazione terapeutica, ai principi della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) che prescrivono di 'drenare' o 'implementare' l'orbita energetica collegata ad un certo organo, a seconda del quadro clinico del quale, l'operatore deve essere in grado di avere chiara visione. Infine, sotto il patrocinio del Ministero della Sanità della R.P.C, l'emissione di Qi è stata sottoposta ad un'enorme quantità di esperimenti , tutti ripetuti con successo in diversi Centri di Ricerca dalla fine degli anni settanta in poi. Così, è stata dimostrata la possibilità di agire sia sulla materia animata che su quella inanimata,a differenza di quanto avviene in Occidente, dove gli esperimenti sono ancora in fase embrionale e non godono del sostegno, neanche morale, delle autorità accademiche, salvo qualche rara, illustre eccezione.

Il Qigong -o 'maestria del Qi'- è un'arte che in Cina si tramanda da millenni e affonda le sue radici in una 'scienza della natura' di matrice taoista, sulla quale ancora oggi è basata la MTC. Per darne una definizione sintetica potremmo dire che il Qigong consiste in una serie di esercizi di difficoltà progressiva, che si svolgono attraverso il controllo del corpo (sia in quiete che in movimento), del respiro, del pensiero e delle emozioni. Nel contesto della salute, il Qigong viene impiegato sia per un ripristino delle funzioni carenti, sia per lo sviluppo di facoltà latenti. Sin dai primi mesi di pratica, si notano evidenti ricadute positive sulla condizione psichica e fisica. Dopo tre/cinque anni di pratica - si può dire di aver cominciato ad acquisire una certa 'maestria del Qi' allora inizia lo sviluppo delle facoltà latenti, il cammino che i cinesi definiscono "uscire dalla mediocrità". All'interno dell'organismo i flussi di Qi presiedono tanto alla funzionalità degli organi quanto all'attività psichica e cognitiva. Sia i disturbi fisici che quelli mentali sono considerati come il risultato di un alterarsi di questi flussi funzionali di informazione, ovvero come carenze o eccessi di Qi.

Come sappiamo, l'organismo umano è un sistema aperto, che scambia in continuazione materia, energia ed informazione con il macrosistema in cui è inserito. Assimilando cibo ed aria dall'ambiente, l'organismo produce attività, calore, elementi di scarto; le informazioni apprese attraverso gli organi di senso vengono rielaborate nelle idee, nel linguaggio e negli atteggiamenti con cui vengono restituite all'esterno. L'individuo acquista le sue caratteristiche di base secondo un'informazione preesistente allo strutturarsi del corpo. In medicina cinese si distinguono un Qi primordiale ed un Qi acquisito, che si può suddividere in altre categorie. Il Qi primordiale è il modello prenatale sulla base del quale l'organismo si forma, programmandosi per un certo numero di anni di attività; il Qi acquisito riguarda gli scambi di materia, energia ed informazione con l'ambiente. Questi scambi possono avvenire a livelli più o meno grezzi o raffinati (per fare un esempio banale pensiamo alla differente attività fisiologica generata dal cibo, dall'aria e dalle radiazioni solari) e possono passare o meno dai consueti canali sensoriali. Ad esempio, la pelle può informarci che ci stiamo sottoponendo ad un eccesso di radiazioni solari, ma non esistono organi di senso preposti a segnalarci che ci troviamo in un'area fortemente radioattiva; tuttavia ciò non mancherà di produrre effetti deleteri sull'organismo che ha, suo malgrado, captato questa 'informazione'.

Ad un certo livello il Qigong permette di diminuire il volume degli scambi sensoriali ed incrementare quello degli scambi extra-sensoriali, sviluppando la capacità di acquisire elementi utili dall'ambiente attraverso canali diversi da quelli consueti. Questa è la conditio sine qua non per poter agire non solo al livello del Qi acquisito (sul quale sono efficaci anche una buona dieta, orari regolari ed esercizi respiratori e di scioglimento) ma anche al livello del Qi primordiale, dal quale dipende il numero degli anni di vita. Secondo i Cinesi, se l'uomo vivesse secondo natura, la vita media (la 'quantità' di Qi primordiale disponibile alla nascita) dovrebbe aggirarsi sui 120 anni. Gli stress psicologici, il superlavoro, gli eccessi di attività sessuale vanno però ad intaccare questo capitale, spesso dimezzandolo. Se per ovviare alla perdita di energia, che deriva da una normale attività lavorativa, bastano un buon pasto e un sonno ristoratore, per rimediare a un danno al Qi primordiale -prodotto ad esempio da un'attività che va 'oltre i limiti'- è necessaria una pratica ben più complessa, come il Qigong, che coinvolge in primo luogo la 'mente-cuore' in cinese, una parola sola. Si dice che del triplice controllo di corpo, respiro e pensiero, quest'ultimo sia il più importante ed il più difficile: esso, infatti, deve conciliare quiete, concentrazione e spontaneità. Forse è per questo che da sempre, in Cina, la longevità in salute è sinonimo di virtù e motivo di rispetto.

Nel 1973 a Mawangdui, presso Changsha, sono state riportate alla luce delle tavole, risalenti alla dinastia degli Han Occidentali (206 a.C.- 8 d. C.), su cui sono illustrati gli esercizi di Qigong, il cui antico nome era Daoyin. Le posture ritratte, già adottate all'epoca da qualche secolo, non differiscono sensibilmente da quelle in uso ancora oggi. L'uso terapeutico dei movimenti detti dei 'cinque animali' viene fatto risalire ad un medico, sempre di epoca Han, famoso anche come chirurgo: Hua Tuo (o Hua Yuanhua). Ancora oggi, a distanza di duemila anni, uno degli esercizi più frequentemente insegnato ai principianti è proprio come fare la tigre, l'orso, la scimmia, il serpente (o il cervo), e la gru. Un' altra delle tecniche più diffuse, quella dei "sei suoni" è attestata nella maggior parte dei trattati di medicina tradizionale dell'antichità.

All'epoca di Hua Tuo i compiti principali del terapeuta non consistevano solo nell' insegnare ad evitare le malattie attraverso un'igiene di vita - che comprendeva anche e necessariamente l'esercizio fisico appropriato - ma anche nel tenere sotto regolare osservazione il cliente per intervenire, eventualmente, sugli stadi precoci di uno squilibrio. Nei secoli successivi, tuttavia, non sono stati sempre applicati gli aurei principi dell'età classica: in un libro del 1500 si dice: "I saggi dell'antichità trattavano le persone non ancora malate, non trattavano quelle malate. Questo non vuol dire che non si occupassero dei malati o che non avessero modo di curare malattie già manifeste, vuol dire che prestavano grande attenzione alle primissime avvisaglie ed applicavano misure preventive quando il problema era ancora debole [...] Oggi la gente si occupa dei malati e non di quelli che non sono ancora malati. Finché una malattia non si manifesta a livello fisico, non viene prestata alcuna attenzione a misure preventive: è solo quando il male diventa davvero evidente che si cerca il medico [...] ". Questa saggezza - occuparsi di sé prima che ce ne sia bisogno - non è scomparsa del tutto. Ancora oggi è spettacolo consueto, in Cina, vedere i parchi e le strade delle grandi città riempirsi all'alba di gente di tutte le età che pratica Taijiquan o Qigong. La potenza e la grazia espresse da questi movimenti stanno ormai entrando a far parte dell'inconscio collettivo. Osservando la scioltezza e l'agilità con cui si muovono anche gli ultrasettantenni e paragonando lo stato generale di salute degli anziani nella R.P.C. a quello degli Occidentali, viene solo da augurarsi che queste abitudini non vengano cancellate dallo stile di vita importato Dall'ovest.

Non sempre, però, nella storia della Cina la pratica delle 'arti di lunga vita' (Yangsheng) derivate dall'antica scienza taoista (alla quale devono molto, oltre alla medicina, la metallurgia, la botanica, la farmacopea, la culinaria etc.) ha goduto del favore pubblico. Inoltre, molte opere fondamentali sono andate perdute nei furori iconoclasti che hanno accompagnato l'ascesa delle nuove dinastie imperiali durante i secoli; molte altre sono state distrutte nei saccheggi degli invasori stranieri. Le fila sottili della tradizione orale hanno cercato rifugio sui monti sacri della Cina: solo un decimo di quello che era il canone taoista in epoca Tang (618-907) è arrivato ai nostri giorni e solo tre copie del canone taoista sono sopravvissute alle guerre mondiali. Si tratta di più di ottomila testi, scritti in un linguaggio criptico per gli stessi esperti cinesi, dei quali solo una decina sono stati tradotti in lingue occidentali. Durante la rivoluzione culturale, dalla metà degli anni sessanta alla metà degli anni settanta, quando l'estremismo rigoroso portò ad accanirsi contro tutto ciò che sapeva anche da lontano di cultura antica, la pratica del Qigong fu messa fuori legge, nonostante la sua sperimentazione clinica fosse già iniziata con risultati incoraggianti. Nel Sichuan sin dal 1955 un grande Istituto di Cura (un ospedale militare) aveva introdotto il Qigong fra le terapie. Nel giro di pochi anni, i centri che ne seguirono l'esempio si moltiplicarono rapidamente (Beidahe, Pechino, Shanghai, Shijiazhuang, Guangzhou, Kunming etc.). I risultati ottenuti da questa sperimentazione furono illustrati ed approvati nel convegno apposito organizzato dal Ministero della Sanità a Shanghai nel 1960. Ma già cominciavano ad avvertirsi i prodromi del rigorismo che avrebbe sconvolto la Cina di lì a poco; sin dall'inizio degli anni '60, la MTC perdeva gradualmente il favore ufficiale e solo dopo la parentesi oscura della rivoluzione culturale, quasi dieci anni dopo, gli esperimenti furono ripresi su grande scala, ottenendo il beneplacito del Comitato Centrale del P.C.C. (1979). Nel 1980-81 venne ufficialmente adottata dall'amministrazione statale la politica delle 'tre vie', che garantiva libera esistenza sia alla Medicina Tradizionale Cinese che a quella occidentale ed auspicava una terza via di fusione tra le due "ovunque essa appaia possibile". Tuttavia, i tentativi di distillare il meglio da scienza occidentale e scienza orientale, così da fondare una nuova medicina cinese all'avanguardia nel mondo, non sono stati inizialmente molto incoraggianti. Il cammino su questa 'terza via' tra Est ed Ovest è ancor oggi ostacolato dall'enorme difficoltà di conciliare linguaggi e metodologie tanto diversi; inoltre, negli ambienti di formazione occidentale, serpeggia velenoso scetticismo rispetto ai principi teorici della medicina tradizionale, tanto che oggi anche nei dipartimenti di agopuntura non si parla più di Qi ma piuttosto di "stimoli nervosi". E ciò nonostante il fatto che sin dagli anni '50 e, in maniera più massiccia dopo la rivoluzione culturale, numerosi esperimenti abbiano permesso di accertare l'esistenza del Qi; definirne le componenti, le caratteristiche e gli effetti dell'emissione volontaria. Nel 1981 per meglio coordinare le sperimentazioni, è stata fondata l'Associazione per la Ricerca Scientifica sul Qigong, patrocinata dalla Congregazione Nazionale di MTC.

Nel 1984 una delegazione di studiosi cinesi fece approdare il Qigong medico in America; la selezione dei candidati per la dimostrazione pratica degli esercizi era basata su un test elettroencefalografico. A livello dell'EEG, infatti, sono visibili gli effetti caratteristici prodotti dal Qigong in quiete : una condizione neurofisiologica a sé stante non paragonabile né allo stato di sonno né a quello di veglia rilassata, sul ritmo dominante alfa. Vi si nota, in particolare, un incremento d'ordine a livello degli impulsi trasmessi dalla corteccia cerebrale, ossia un aumento progressivo di coerenza (diminuizione delle differenze di fase) inter ed intraemisferica, che porta ad una diversità anche qualitativa delle onde cerebrali, aumentandone l'intensità. Le onde alfa dello stato Qigong sono quindi diverse da quelle che corrispondono ad un normale stato di rilassamento ad occhi chiusi. Le caratteristiche cardiache ed ormonali suggeriscono uno stato di veglia allerta, mentre il è in uno stato di tale quiete da risultare impermeabile a stimoli di disturbo appositamente creati dagli sperimentatori.

Procedendo nell'indagine, l'ambito della ricerca ha acquisito sempre più carattere interdisciplinare, esulando dalla medicina verso altre scienze, come la fisica e altre discipline che per comodità si classificano come 'olistiche' o 'di confine'. Grazie all'interessamento dell'astrofisico Qian Xuesen, fu sondato un nuovo Istituto di Ricerca interdisciplinare, la Società per la Ricerca Scientifica sul Qigong Cinese. Secondo questo scienziato, l'indagine sulle teorie energetiche della MTC sul Qigong e sulle facoltà paranormali starebbe creando le basi per una disciplina del futuro, definita 'scienza dell'uomo': la quale si pone -tra i diversi obiettivi- quello principale di definire, sviluppare e sfruttare le capacità latenti del sistema umano.

"Il fare bene questo lavoro comporta inevitabilmente l'esplodere di una nuova rivoluzione scientifica", scrisse Qian Xuesen, e così sembrava dovesse essere. Poi gli esperimenti cominciarono ad essere secretati, qualche anno fa il brutto affare della Falungong (una scuola di Qigong esoterico che ben poco ha a che spartire con il contesto Yangsheng del "nutrimento del principio vitale") ha dato l'occasione per una nuova tornata repressiva nei confronti della prtica del Qigong in generale, come ai tempi della Rivoluzione Culturale. Oggi qualche scuola sta di nuovo riaprendo, in modo guardingo, ma ovunque, e soprattutto qui da noi, la preconozzata rivoluzione scientifica si allontana sempre più all'orizzonte, sospinta dal vento del neopositivismo e dall'onda degli interessi corporativistici.
 
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